Gli attentati a Madrid che 20 anni fa sconvolsero la Spagna

11.03.2024

Giovedì 11 marzo 2004attentati a Madrid, dieci zaini esplosero in quattro treni regionali, in quattro diverse stazioni. Le esplosioni furono programmate nell'ora di punta, fra le 7.39 e le 7.42. Attacchi terroristici, conosciuti come 11-M, di matrice islamica, i più gravi alla popolazione civile, dopo la seconda guerra mondiale, provocarono 191 morti e 2057 feriti. 

  • 6:45: il treno 17305 parte dalla stazione di Guadalajara con destinazione la stazione di Chamartín.
  • 7:00: il treno 21431 parte dalla stazione di Alcalá de Henares con destinazione la stazione di Alcobendas.
  • 7:10: il treno 21435 parte dalla stazione di Alcalá de Henares con destinazione la stazione di Alcobendas.
  • 7:15: il treno 21713 parte dalla stazione di Alcalá de Henares con destinazione la stazione di Príncipe Pío.
  • 7:39: tre bombe esplodono sul treno 21431 nel binario 2 all'interno della stazione di Atocha. Pochi secondi dopo, quattro bombe esplodono sul treno 17305 vicino a via Téllez, 500 metri prima di entrare nella stazione di Atocha.
  • 7:41: due bombe esplodono sul treno 21435 nella stazione di El Pozo.
  • 7:42: una bomba esplode nel treno 21713 alla stazione di Santa Eugenia.

In seguito agli attentati si scatenò una forte contrasto tra il Partido Popular (PP) e il Partido Socialista Obrero Español (PSOE) a proposito di chi fosse l'autore degli stessi, se l'ETA, organizzazione indipendentista basca solita nell'usare spesso metodi terroristici (ad esempio per l'attentato del 1987 all'Hipercor di Barcellona) oppure al-Qāʿida, gruppo islamista già colpevole di sanguinosi attentati. I due partiti si accusarono a vicenda di utilizzare scorrettamente la situazione con fini elettorali, date le imminenti elezioni generali che si sarebbero svolte tre giorni dopo gli attentati, il 14 marzo 2004.

In questo clima di tensione si organizzarono manifestazioni ufficiali e di larga partecipazione popolare di rifiuto del terrorismo e manifestazioni davanti alle sedi del partito di governo, il PP, nelle ore precedenti le elezioni e nello stesso giorno delle votazioni. A tutt'oggi non sono apparse prove contrarie all'origine islamista dell'attentato, anche se nelle indagini sugli esplosivi utilizzati e sulla preparazione degli attentati, sono comparsi diversi delinquenti spagnoli e perfino confidenti della polizia, che potrebbero avere avuto collegamenti con entrambi i gruppi terroristi. 

Durante la notte dell'11 marzo furono ritrovati in un furgoncino parcheggiato nella città di Alcalá de Henares, da dove provenivano tre dei quattro treni, un nastro magnetico in lingua araba con versetti del Corano assieme a dei detonatori rubati da poco. Il nastro conteneva versetti usati dai terroristi islamici per farsi coraggio prima di entrare in azione, o addirittura, secondo indicazioni del CNI, costituiva una vera e propria rivendicazione degli attentati con l'intenzione di chiarire chi fossero gli autori.

Il 13 marzo cinque persone vennero arrestate, tre marocchini e due indiani, tutti legati alla carta telefonica prepagata che faceva parte dello zaino-bomba che la polizia disinnescò nei pressi del commissariato di Vallecas.

La domenica (14 Marzo) alle 19:40 la rete televisiva Telemadrid ricevette una chiamata che informava della presenza di un video di rivendicazione dell'attentato. La polizia recuperò una videocassetta che conteneva una comunicazione in arabo di un uomo con accento marocchino. Nel video l'uomo affermava di essere Abu Dujan al-Afghani, portavoce di al-Qāʿida in Europa, e rivendicava gli attentati a nome del gruppo terrorista.

Il 16 novembre 2004 fu condannato il primo imputato: un minore di 16 anni di nazionalità spagnola che contribuì al trasporto degli esplosivi.

Le indagini si chiusero all'inizio di luglio 2006 con la conferma: l'attentato sarebbe stato perpetrato da una cellula terrorista legata ad al-Qaeda, della quale già si conoscevano ed erano stati arrestati molti componenti. Tra i presunti componenti ci sono Serhane Ben Abdelmajid "El Tunecino", presunto coordinatore degli attentati, e Jamal Ahmidan "El Chino", ritenuto la chiave dell'organizzazione logistica. Questi e altri cinque individui si suicidarono due giorni dopo gli attentati.

Il processo terminò il 2 luglio 2007. La sentenza stabilì che gli attentati furono compiuti da una cellula jihādista, e che l'Eta non partecipò. Esecutori dell'attentato (con i suicidati), Jamal Zougam (condannato a 42 anni) e Otman El Gnaoui (condannato a 44anni). La cassazione, nella sentenza pubblicata il 2008 ridusse per entrambi la condanna a 22 anni.